IL TEMPIO DI SANTA MARIA DELLA CONSOLAZIONE
DA PROGETTO DI FEDE A CANTIERE RINASCIMENTALE
“Nell’anno di nostra salute 1508 piacque all’Altissimo rendere con segnati Miracoli oggetto di singolare Devozione una effige della Vergine Santissima dipinta in un muro appresso la città di Todi”. Con queste parole gli eruditi del XVIII secolo spiegavano la causa che portò alla costruzione del Tempio di Santa Maria della Consolazione. All’origine vi è dunque una piccola edicola raffigurante al suo interno le nozze mistiche di Santa Caterina d’Alessandria, posta appena fuori dalle mura cittadine e totalmente ricoperta da rovi che, dal maggio del 1508, iniziò a dispensare numerose grazie, cosicché fu data all’immagine per voce di popolo il titolo di Madonna della Consolazione.
Tutti questi avvenimenti straordinari accrebbero talmente la devozione degli abitanti che, in un primo momento, per proteggere la miracolosa effige dalle intemperie e dare la possibilità ai fedeli di venerarla essa fu inserita in una piccola cappella. Successivamente iniziò a maturare l’idea di custodire la cappellina, che dava ricovero alla venerata immagine, in una chiesa più grande tale da divenire un superbo contenitore per accogliere i devoti in pellegrinaggio. Sono proprio queste prime scelte costruttive che inequivocabilmente portano a qualificare l’edificio come un vero e proprio Santuario Mariano, paragonando la sua filosofia di realizzazione ad altre costruzioni coeve come la Santa Casa di Loreto o la Porziuncola a Santa Maria degli Angeli.
Fu istituita da subito una Congregazione laica di nobili tuderti per sovrintendere e finanziare la costruzione della chiesa che ha questo punto assumeva la duplice funzione di edificio di culto e nel contempo di sede della Congregazione. Dal 1508 la Nobile Congregazione iniziò a produrre tutta la documentazione pertinente sia la sua attività di carità e assistenza, sia la gestione per la costruzione del Tempio, documentazione che oggi costituisce l’archivio della Fabbrica della Consolazione. Parallelamente alla costruzione della chiesa si stava provvedendo all’allestimento degli Ospedali che avrebbero dovuto dare ricovero ai pellegrini provenienti da tutta Europa per venerare la Sacra Immagine.
Così da un atto di devozione e dalla volontà di un gruppo di aristocratici tuderti di eternare architettonicamente la grandezza della città di Todi ebbe inizio l’avventura della costruzione di uno dei più importanti edifici religiosi del Cinquecento italiano. I più eccellenti architetti e mastri costruttori dell’epoca parteciparono alla progettazione dell’edificio. Tutta la ricostruzione cronologica degli interventi si è resa possibile grazie alle capillari indagine fatte da illustri storici italiani ed europei proprio sulle carte che compongono l’archivio della Fabbrica della Consolazione.
Il 20 maggio del 1509 fu chiamato dai Rettori della Fabbrica, così erano chiamati coloro i quali attendevano ai lavori del Tempio, Cola da Caprarola. Parallelamente ai lavori aumentavano anche le donazioni che molti fedeli di Todi facevano in denaro o in terreni per contribuire alle spese del Sacro Edificio. Nel 1531 è coinvolto nella costruzione Antonio da Sangallo il Vecchio.
Nel 1518, prima dell’arrivo del Sangallo, si registrano i pagamenti fatti a Baldassarre Peruzzi quindi, nel 1532, ad Antonio da Sangallo il Giovane. Il 18 giugno del 1565 Jacopo Barozzi detto il Vignola fu pagato 18 fiorini per le sue “fatighe” sul tempio della Consolazione. Due anni dopo, nel 1567, è la volta dell’architetto perugino Galeazzo Alessi fino ad arrivare al 1597 con l’intervento dell’orvietano Ippolito Scalza. Architetti a cui si affiancarono maestranze di scalpellini provenienti dal nord Italia tra questi anche famosi maestri lapicidi italiani come Rocco da Vicenza o i fratelli Casella di Carona. L’opera finalmente fu portata a conclusione il 16 aprile del 1607 dopo un cantiere durato ben cento anni, con il collocamento sulla lanterna di una croce di ferro portata in solenne processione dal vescovo Marcello Lante.
Il 5 novembre del 1574 in occasione della visita apostolica di Pietro Camaiani, per conto del vescovo di Todi Angelo Cesi, era nominato per la prima volta il grande architetto Donato Bramante esattamente con queste parole: “…fu fondato il grande tempio cui abbiamo accennato il quale riuscirà davvero lodevole se lo porteranno a termine seguendo il modello che abbiamo personalmente visto disegnato dal celebre architetto Donato Bramante”. La storia dell’insigne monumento cittadino continuò anche dopo la sua ultimazione data la costante necessità di interventi di restauro e di manutenzione. Ancora nomi illustri dell’arte italiana hanno ruotato intorno al monumento tuderte: il primo gennaio del 1620 i Rettori si portarono a Roma, con al seguito il modellino ligneo, per chiedere consiglio su alcune opere da ultimare a Carlo Maderno, Architetto della Fabbrica di San Pietro. Un’altra consulenza architettonica di rilievo viene annotata nei registri d’archivio del 1660 quando di nuovo i Rettori con il modello ligneo giunsero a Roma per avere consigli da Francesco Borromini su come proteggere il Tempio dall’umidità.
La Consolazione è stata il locus celeber privilegiato per tutte le forme della ritualità e della rappresentazione religiosa e civile tra XVII e XIX con solenni processioni, sacre funzioni, visite e feste religiose sempre accompagnate da quelli che anticamente venivano chiamati “spari d’archibugio”.
Non è però solo un simbolo artistico ma molto di più; è un luogo di fede, un santuario mariano, in cui si identifica l’intera collettività della città e delle sue frazioni. E’ questo il valore più importante della nostra Consolazione che ha accompagnato e accompagna generazioni e generazioni di tuderti in molti momenti della loro vita.
Filippo Orsini
La foto sopra è di Roberto Sigismondi (marzo 2019)
IL CULTO MARIANO A TODI (ALLE ORIGINI DEL TEMPIO).
testo di Lorena Battistoni
“Il fenomeno santuariale non è… il residuo di una religiosità superstiziosa
condannata a sparire dai progressi della razionalità
e della medicina, ma un dato permanente della realtà umana e
sociale, soprattutto nei paesi mediterranei dove è profondamente
radicato nelle mentalità e nello spazio” (André Vauchez)
I santuari mariani sono una realtà estremamente importante e diffusa in tutta Italia. Mentre, infatti, nell’alto medioevo prevaleva la tipologia santuariale basata sul culto dei santi e quindi sulla conservazione di corpi o reliquie, nel secondo millennio si affermò prepotentemente il culto di Maria, basato sulle immagini della Vergine, generalmente miracolose, e talvolta sulle sue apparizioni: nuovi luoghi di culto sorsero ovunque, talora costruiti in breve tempo dopo l’evento prodigioso, sempre meta di pellegrinaggi. Nel centro Italia essi fanno la loro comparsa nei secc. XII-XIII, ma la vera esplosione è successiva alla riforma protestante, quando la Chiesa cattolica avverte la necessità di promuovere con forza la devozione mariana.Vuole la tradizione che il tempio della Consolazione sia nato da un miracolo. Era il 1508 quando un operaio, Iolo di Cecco, incaricato di distruggere il muro ormai fatiscente che un tempo cingeva il monastero di Santa Margherita nel piano di San Giorgio, scoprì un’immagine dipinta, raffigurante la Vergine col Bambino nell’atto di offrire l’anello a santa Caterina d’Alessandria. La sfiorò con un fazzoletto e, toccandosi con esso l’occhio malato, riacquistò la vista. Subito si animò la devozione del popolo, stimolata anche dal vescovo Basilio Moscardi, che era stato liberato da una pericolosa malattia grazie all’intercessione della Vergine. Egli confermò il culto ed il 13 giugno dello stesso anno intitolò la chiesa alla Consolazione, per le innumerevoli grazie concesse da Maria. Quindi, in accordo con le autorità civili, avrebbe incaricato il celebre architetto Bramante di progettare il disegno per il nuovo grandioso tempio, eventualità non improbabile dato anche il coinvolgimento nell’impresa dell’influente Ludovico degli Atti.
dal sito di RAI PLAY
Tour Virtuale
http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=98113
MODELLO 3D
https://3dwarehouse.sketchup.com/model/426a25902dbce172402f7d5faaed4129/Tempio-di-Santa-Maria-della-Consolazione
Informazioni utili
Il Tempio della Consolazione è uno dei principali attrattori turistici dell'Umbria.
Il Tempio è aperto tutto l'anno anche se è bene sempre verificare stante la possibilità di chiusure per lavori e restauri vari.
ORARIO DI APERTURA
Gennaio (primi 10 gg) -marzo- aprile-maggio-giugno-ottobre-dicembre
9,30-12,30 15-18.30
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Gennaio (restanti 21 gg) - febbraio - novembre 9,30-12,30 15,00-16,30
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Luglio-agosto-settembre
9-13 15-18.30
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Al suddetto orario si aggiunge un'ora al giorno per circa 10 giorni durante il periodo pasquale.
Durante le celebrazioni religiose non è consentita la visita al Tempio di gruppi.
Per maggiori informazioni: 0758942216 - 3897632665 - consolazione@email.it
Per Informazioni su celebrazioni liturgiche, matrimoni e altri riti è possibile contattare il Rettore del Tempio Don Francesco Valentini ai seguenti recapiti:
- mobile 3355420520
- mail valentinid.francesco@alice.it
Ultimo aggiornamento
Martedi 17 Dicembre 2024